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Elastasi Pancreatica

Cos'è

L’elastasi pancreatica è un enzima prodotto dal tessuto esocrino del pancreas che si riversa nell’intestino tenue, insieme ad altri enzimi, per la digestione di numerosi alimenti. Ha la caratteristica di essere estremamente stabile e di non venir degradata durante il passaggio intestinale.2
Può essere indicato in più modi: elastasi pancreatica, elastasi fecale, elastasi-1, ELA1.
Nel tratto digerente l’elastasi, non viene degradata, e pertanto si ritrova nelle feci dove si accumula in concentrazioni sei volte superiore a quella del succo duodenale.
Ciò significa che la presenza di elastasi nelle feci rispecchia il corretto funzionamento del pancreas, mentre una ridotta quantità può essere indice del malfunzionamento del pancreas che produce pertanto bassi livelli di elastasi.1

Patologie associate

L’insufficienza pancreatica consiste nell’incapacità del pancreas di produrre e/o trasportare enzimi digestivi necessari alla digestione degli alimenti e al loro assorbimento intestinale. Tale condizione clinica costituisce il tipico risultato di un progressivo danno pancreatico, che può derivare da una pancreatite acuta o cronica oppure può essere il risultato di malattie autoimmuni come le malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e Rettocolite ulcerosa) ed alcune connettivopatie come la sindrome di Sjögren e l’artrite reumatoide.
L’insufficienza pancreatica solitamente si manifesta con sintomi di malassorbimento, malnutrizione, deficit vitaminico e perdita di peso (o incapacità ad aumentare di peso nei bambini) e spesso si associa a steatorrea (feci molli, grasse, maleodoranti).
In caso di insufficienza pancreatica i livelli dell’enzima elastasi risultano ridotti (inferiore a circa 200 µg/g di feci). Nei pazienti affetti da fibrosi cistica con insufficienza pancreatica grave e steatorrea, i valori dell’elastasi-1 sono molto vicini allo zero.
La diminuzione dei livelli di questo enzima nelle feci è significativa non solo in caso di patologia cronica del pancreas ma anche in altre patologie quali diabete mellito (tipo I e II), osteoporosi, malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa), celiachia, colelitiasi, AIDS ed insufficienza renale cronica3-4. In presenza di una o più di tali condizioni cliniche è importante valutare una possibile insufficienza del pancreas esocrino in quanto il trattamento sostitutivo con enzimi pancreatici può migliorare lo stato nutrizionale e metabolico del paziente.

Come rilevarla

Il dosaggio dell’elastasi nelle feci rappresenta oggi il Gold-standard per la determinazione non invasiva della funzionalità pancreatica, con un’alta sensibilità e specificità e una scarsa variabilità intra-individuale. L’elastasi è prodotta esclusivamente dal pancreas e non subisce degradazione durante il transito intestinale riflettendo così il corretto funzionamento dell’organo.
Il test per la determinazione dell’elastasi fecale viene richiesto quando il paziente mostra sintomi di insufficienza pancreatica, come ad esempio quando si verificano crampi addominali, quando si producono feci grasse, quando vi sono sintomi di malassorbimento o malnutrizione come la perdita di peso oppure carenza di vitamine liposolubili come la vitamina D o la vitamina A.

Citazioni

  1. D. C. Whitcomb et al. AGA Clinical Practice Update on the Epidemiology, Evaluation, and Management of Exocrine Pancreatic Insufficiency: Expert Review. Gastroenterology 2023;165:1292–1301.
  2. A. Sziegoleit & D. Linder: Studies on the Sterol-Binding Capacity of Human Pancreatic Elastase 1; Gastroenterology; 1991
  3. Andriulli et al.: Exocrine Pancreatic Insufficiency, as Assessed by Fecal Elastase-1 Levels, in Diabetic Patients: An Estimate of Prevalence in Prospective Studies; Journal of Diabetes and Metabolism; 2014
  4. R. Vanga et al.: Diagnostic Performance of Measurement of Fecal Elastase-1 in Detection of Exocrine Pancreatic Insufficiency: Systematic Review and Meta-analysis; Clinical Gastroenterolology and Hepatolology; 2018

FAQ

    • Valori superiori a 200 µg/g di feci indicano una normale funzionalità pancreatica;
    • Valori compresi fra 100 e 200 µg/g di feci suggeriscono una disfunzione pancreatica lieve;
    • Valori inferiori a 100 µg/g di feci indicano una disfunzione pancreatica grave che può essere associata a un’insufficienza pancreatica grave.
  • Il campione fecale viene collezionato con i dispositivi medici IVD pronti all’uso delle Famiglia EasyCal dedicati al trattamento preanalitico dei campioni fecali.

    Ogni variante di EasyCal è associata a uno specifico kit diagnostico e consente l’estrazione e la conservazione del bio-marcatore elastasi pancreatica:

    • EasyCal® Turbo-Universal dedicato al test turbidimetrico Elaprest Turbo (ref. 9298)
    • EasyCal® dedicato al test rapido ElaFast (ref. 9191EP)
    • Panel FE pre-analitical device dedicato al test ELISA Panel FE (ref. 9048)
  • No, per l’estrazione dei 3 bio-marcatori fecali elastasi pancreatica, calprotectina ed emoglobina viene utilizzato il medesimo dispositivo medico IVD pronto all’uso EasyCal Turbo-Universal (Ref. 9502). Validato anche per autoprelievo.

  • È possibile raccogliere il campione fecale presso il domicilio del paziente tramite il dispositivo medico IVD pronto all’uso EasyCal Turbo-Universal Self Collection (ref. 9502SC) contenente il tampone di estrazione per l’elastasi pancreatica.

  • No, la terapia sostitutiva con enzimi non influisce sulla misura dell’elastasi.

  • Si, è possibile analizzare campioni fecali di diverse consistenze. Per facilitare la corretta classificazione del campione fecale, si consiglia di fare riferimento alla seguente immagine raffigurante la “Scala delle feci di Bristol”:

    Per la modalità di autoprelievo con riferimento alla sopra citata “Scala delle feci di Bristol”, dovranno essere utilizzati solo i campioni fecali riconducibili alle categorie comprese dal tipo 2 al tipo 6. Si consiglia di evitare la procedura di autoprelievo su campioni fecali ricadenti nelle categorie di tipo 1 (molto duri) e 7 (i più liquidi) della “Scala delle feci di Bristol”.

  • Grazie ai dispositivi medici IVD pronti all’uso è possibile effettuare una campionatura semplice, veloce e standardizzata, grazie alla presenza di scanalature sull’asta di prelievo in associazione con il filtro, che permettono la raccolta di una quantità sempre fissa di campione.

  • Il campione fecale deve essere conservato con le seguenti modalità:

    Per l’analisi con il test turbidimetrico Elaprest Turbo (ref. 9298): fino a 3 giorni a temperatura ambiente, e fino a 14 giorni a 2-8°C (Temperatura di conservazione consigliata)

    Per l’analisi con il test rapido ElaFast (ref 9191EP): per un massimo di 2 giorni a 2-8°C. Per conservazioni più lunghe è necessario congelare le feci a -20°C. I campioni di feci congelati a -20°C sono stabili fino a 1 anno e possono essere sottoposti fino a un massimo di 2 cicli di congelamento/scongelamento. Mentre il campione estratto con EasyCal® può essere conservato a 2-8°C (fino a 3 giorni).

    Per l’analisi con il test ELISA Panel FE (ref. 9048): a temperatura ambiente fino a 40°C fino a cinque giorni, per temperature 2 – 8°C fino ad una settimana, se congelato a -18 °C fino a un anno.

    Per la corretta procedura si prega di fare riferimento alla Istruzioni d’uso dei singoli kit diagnostici.