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Calprotectina

Cos'è

La calprotectina è un eterodimero di 36 kDa appartenente alla famiglia delle proteine S100, prodotta dalle cellule polimorfonucleate quali monociti e macrofagi, caratterizzata da proprietà pro-apoptotiche, batteriostatiche e antimicotiche.

La calprotectina appartiene al gruppo delle proteine S100, coinvolte nell’attivazione e modulazione dei processi infiammatori, essa infatti viene secreta nel sito del danno dove ha avuto inizio il processo infiammatorio, ed agisce attraverso il sequestro di ioni metallici.

Grazie alle sue proprietà biologiche e alla capacità di resistere alla degradazione, la calprotectina è divenuta negli ultimi anni un importante marcatore dello stato di infiammazione. Può essere facilmente estratta e quantificata a partire da diverse matrici biologiche, quali feci, siero, plasma, saliva, liquido cerebrospinale, liquido sinoviale e urina.

Perchè rilevarla

Gli stati infiammatori originano da reazione immunitaria eccessiva che porta ad una riduzione della funzionalità degli organi colpiti, questa condizione può essere legata a diverse condizioni e patologie.

Il coinvolgimento della calprotectina nel processo infiammatorio è stato ampiamente dimostrato, e recentemente è emersa la sua rilevanza nella patogenesi, nella diagnosi e nel monitoraggio di alcune malattie reumatiche infiammatorie, così come in altre patologie quali l’obesità e il tumore del colon-retto.

La quantificazione della calprotectina fecale ricopre in particolare un ruolo chiave per differenziare le malattie infiammatorie croniche intestinali – MICI (o Inflammatory Bowel Disease – IBD)1,2,3,4 dalla sindrome dell’intestino irritabileSII (o Inflammatory Bowel Syndrome – IBS), queste due condizioni infatti presentano sintomatologie molto simili. Il suo dosaggio consiste in un esame rapido e non invasivo1, che permette di discriminare tra i pazienti con uno stato infiammatorio importante correlato a situazioni patologiche gravi (MICI o IBD), dai pazienti con disturbi intestinali di natura funzionale (SII o IBS), che rappresentano il 35-50% della popolazione sottoposta a visite gastroenterologiche.

La determinazione della calprotectina fecale trova un’importante applicazione anche in campo pediatrico e neonatale 5,6,7 in quanto anche nei pazienti pediatrici affetti da MICI si riscontrano livelli elevati di calprotectina fecale. In questi soggetti la sensibilità e la specificità della determinazione della calprotectina sono più affidabili rispetto ad altri parametri biochimici normalmente utilizzati per verificare la presenza di uno stato infiammatorio a carico dell’intestino.

I cut-off per i pazienti pediatrici sono però più elevati rispetto a quelli riscontrati negli adulti; non va infatti trascurato che il neonato non possiede ancora una funzione intestinale completamente sviluppata, e che l’introduzione del latte materno, o di altri alimenti, nei primi giorni di vita determina una risposta infiammatoria che si accompagna a livelli estremamente elevati di calprotectina. Quindi un livello basso o assente di calprotectina nel neonato potrebbe essere dovuto alla presenza di altre patologie a carico dell’intestino e pertanto richiedere ulteriori indagini.

Mentre in condizioni fisiologiche i livelli di calprotectina tenderanno a diminuire durante la crescita del soggetto, accompagnandosi alla normalizzazione della mucosa.

Citazioni

  1. F. Khaki-Khatibi et al. Calprotectin in inflammatory bowel disease. Clinica Chimica Acta 510 (2020) 556–565.
  2. B Alibrahim et al. Fecal calprotectin use in inflammatory bowel disease and beyond: A mini-review. Can J Gastroenterol Hepatol Vol 29 No 3 April 2015.
  3. Kapel et al. Fecal Calprotectin for the Diagnosis and Management of Inflammatory Bowel Diseases. American College of Gastroenterology, Clinical and Translational Gastroenterology 2023.
  4. T. Sipponen, K-L Kolho. Fecal calprotectin in diagnosis and clinical assessment of inflammatory bowel disease. 2015 Jan;50(1):74-80. doi: 10.3109/00365521.2014.987809.
  5. R. Berni Canani et al. Fecal calprotectin is a useful diagnostic tool in pediatric gastroenterology. ITAL J PEDIATR 2005;31:89-94.
  6. F. Campeotto et al. Fecal Calprotectin: Cutoff Values for Identifying Intestinal Distress in Preterm Infants. J Pediatr Gastroenterol Nutr, Vol. 48, No. 4, April 2009.
  7. M. Roca et al. Fecal calprotectin in healthy children aged 4–16 years. Nature Reesearch, Scientific Reports | (2020) 10:20565 | https://doi.org/10.1038/s41598-020-77625-7.

FAQ

  • I sintomi sono quelli relativi alle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI – IBD), alla colite ulcerosa e al morbo di Crohn. I più comuni sono:

    • diarrea ricorrente più o meno abbondante con o senza sanguinamento;
    • emissione di muco rettale;
    • diarrea accompagnata spesso da dolori addominali anche forti (che in alcuni casi possono essere scambiati per attacchi di appendicite);
    • comparsa, in alcuni casi, di febbre e dimagrimento causato dalla diminuzione di appetito o da malassorbimento (possono verificarsi cali anche di 10-15 kg nel giro di poco tempo).

  • Il dosaggio della calprotectina nelle feci offre notevoli vantaggi nella valutazione del grado locale di flogosi intestinale. Nei pazienti affetti da MICI il livello di calprotectina è infatti molto elevato, mentre nei pazienti affetti da Sindrome dell’Intestino Irritabile (SII) il livello di calprotectina è superiore a quello rilevato nei soggetti sani ma decisamente inferiore a quello riscontrato nei pazienti con malattia attiva.

  • La concentrazione fecale della calprotectina viene espressa in mg di calprotectina per chilogrammo di feci (mg/kg). Tuttavia in alcune pubblicazioni scientifiche la concentrazione di calprotectina può essere espressa anche in microgrammi/g (µg/g).

  • L’assunzione di quantità importanti di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) può dare luogo a processi infiammatori che possono determinare un aumento della calprotectina. È necessario pertanto segnalare l’assunzione di questi farmaci da parte del paziente.

  • Il campione fecale viene facilmente raccolto con il dispositivo medico EasyCal, dedicato al trattamento preanalitico dei campioni fecali.

    Ogni variante di EasyCal è associata ad uno specifico kit analitico e consente sia l’estrazione che la conservazione di uno o più marcatori diagnostici. Contattaci per sapere qual è la soluzione più adatta alle tue esigenze di laboratorio.

  • È possibile raccogliere il campione fecale presso il domicilio del paziente tramite il dispositivo pronto all’uso EasyCal contenente il tampone di estrazione per il marcatore richiesto. In seguito potrà essere riconsegnato al laboratorio per procedere con l’analisi.

  • Si, è possibile analizzare campioni fecali di diverse consistenze. Per facilitare la corretta classificazione del campione fecale, si consiglia di fare riferimento alla seguente immagine raffigurante la “Scala delle feci di Bristol”:

     

    Per la modalità di autoprelievo con riferimento alla sopra citata “Scala delle feci di Bristol”, dovranno essere utilizzati solo i campioni fecali riconducibili alle categorie comprese dal tipo 2 al tipo 6. Si consiglia di evitare la procedura di autoprelievo su campioni fecali ricadenti nelle categorie di tipo 1 (molto duri) e 7 (i più liquidi) della “Scala delle feci di Bristol”.

    Per la modalità ad uso professionale è possibile prelevare 24 μl di feci liquide con una pipetta da laboratorio e procedere all’estrazione con EasyCal.

  • Il campione di feci in laboratorio deve essere conservato a 2-8°C al massimo per 2 giorni prima di essere testato. Se non testati immediatamente è possibile congelare i campioni di feci a -20°C per un anno. Se si analizzano campioni congelati, evitare più di 2 cicli di congelamento/scongelamento.

    Il campione raccolto ed estratto con il dispositivo EasyCal può essere analizzato immediatamente oppure conservato alle seguenti condizioni:

    • Fino a 14 giorni a 2-8° C

    • Fino a 3 giorni a temperatura ambiente

  • L’assenza di uno standard internazionale quantificato rende difficile la normalizzazione dei dati che si ottengono con tecnologie e test differenti. È noto che questo può portare ad osservare una certa variabilità dei dati ottenuti.